Billy Bob Holland è un po’ il secondo figlio di James Lee Burke. E come tale è un po’ invidioso del primogenito. Non gli si può dar torto, vista l’importanza che Dave Robicheaux ha nella produzione di Jim mentre Billy non ha che pochi titoli al suo “arco”. C’è però da dire che dando vita a Holland, l’autore tenta una costruzione letteraria nuova, evitando accuatamente i paragoni con l’ormai famoso Dave: siamo nel Texas, Billy Bob è un avvocato in una cittadina che i pionieri hanno costruito al limitare del deserto, Deaf Smith (nella foto: il Country museum della cittadina). Nel suo presente qualche causa di divorzio, poche cose importanti, e un senso limpidissimo della giustizia. Nel suo passato alcune macchie informi, qualcosa di pesante e mai chiarito e un fantasma, quello di un certo L.Q. Navarro, che ogni tanto visita i suoi momenti insonni dell’alba. Il primo capitolo di Terra violenta (1997, Oscar Mondatori) aiuta a inoltrarsi nel profilo di questo nuovo personaggio, discentente di un Holland già protagonista di Two for Texas (adoro questo vezzo di Burke di collegare insieme alcuni suoi personaggi anche a distanza di un decennio…), che si trova a difendere un ragazzo, Lucas Smoothers, arrestato con l’accusa di aver violentato e ucciso una ragazza. Solo il tempo dirà che Lucas è in realtà figlio naturale di Billy Bob e che ben altri sono gli assassini. Tra morti di morte violenta, dialoghi (al solito) serrati e senza fronzoli, agenti più o meno integerrimi e uomini potenti senza più morale, nasce il personaggio Holland (Terra violenta è il suo esordio), destinato a crescere lentamente, ma con efficacia. Per “riposizionarlo” in un luogo più attuale, Jim lo farà in breve “trasferire” a Missoula, dove l’avvocato apre un nuovo studio e dove è ambientato In the moon of red ponies. Missoula, vale a dire il luogo dove Burke vive attualmente…