marco4.JPG   Ha “preso il testimone” da marchi più consolidati e ne ha fatto uno dei punti fermi della sua proposta editoriale. Stiamo parlando di Marco Vicentini (nella foto), editore di Meridiano Zero, che da qualche anno ha portato sotto la sua protezione il nome di James Lee Burke, precedentemente in mano a Gialli Mondadori e Baldini e Castoldi. Abbiamo parlato con Vicentini del presente e del futuro dei libri di Jim in Italia. E l’abbiamo trovato ben convinto a “tenerselo stretto”. L’intervista è “iniziata” a tavola (informalmente) ed è finita in un semplice scambio di mail (formalmente). Ecco le risposte…

Walter Gatti – Meridiano Zero è ormai il “marchio” italiano di James Lee Burke. Come è accaduto che un “piccolo” riuscisse a conquistare un nome già pubblicato dai “grandi”?

Marco Vicentini –  In un certo senso per l’entusiasmo che ho mostrato per Burke come scrittore a tutto tondo, e non come scrittore di genere, come lo vedono gli altri editori. Io amo moltissimo e vorre pubblicare anche i libri di Burke che non fanno parte della serie di Robicheaux. Infatti il primo che ho pubblicato e’ stato Two for Texas.WG – Hai appena pubblicato Pioggia al neon. Quali sono i programmi editoriali di Meridiano Zero sui titoli della bibliografia di JLB?Vorrei proseguire a pubblicare alternatamente tutti i titoli della serie di Dave Robicheaux, una novità e una riedizione – con nuove traduzioni, se necessario – per poi passare agli altri.

WG – Avremo la possibilità di leggere titoli “minori”, come le raccolte di racconti o gli altri volumi “non-Robicheaux”?

Certamente. Come ho detto vorrei pubblicare “tutta” l’opera di Burke.

WG – Ci puoi dire – a grandi linee – i numeri dei lettori “amanti di Burke” o comunque “amanti di Robicheaux”, vale a dire il “quanti siamo”?

MV – Non ne ho la minima idea. Su questo forse mi potrai aiutare tu con il sito. Un sito dedicato a Jim dovrebbe diventare un punto di riferimento per tutti i suoi lettori “fedeli” e quindi consentire di avere un’idea del numero.

WG – Paura che un domani un editore “più importante” ti porti via il gioiello?

MV – Un passo alla volta: per ora penso a far crescere il piu’ possibile Burke in Italia e non vado a pensare a futuri possibili…

WG  – Le tue passioni letterarie: svelaci chi sono gli scrittori che ami di più…

MV – L’elenco è lungo e non è semplice. In breve: Cormac McCarthy, James Cain, Giancarlo De Cataldo, Phillip José Farmer, Ralph  Koenig e molti altri.

WG – Hai mai incontrato Jim? Cosa puoi raccontarci su di lui come persona?

MV – No, purtroppo non l’ho mai incontrato, anche perche’ bisognerebbe andarlo a trovare nel Montana. Una prospettiva affascinante, ma non semplice da realizzare…

WG – Nessun piano per portare Jim in Italia?

MV – Mi piacerebbe molto. Mi sono mosso varie volte e in italia ci sarebbero molti festival letterari che sarebbero felici di averlo ospite, ma lui declina sempre. Non si muove molto volentieri…   

  Come promesso, eccoci a un report “più corposo” della presenza di Jim al festival del libro di Missoula. La nostra “inviata” è Caroline Patterson (Caroline, i adore you, thank you for the great support….), giornalista e scrittrice del Montana, attualmente lavora con la Farcountry Press di Helena (www.farcountrypress.com). Ecco il suo racconto:  “La tavola rotonda che ho moderato era titolata Short and sweet, Breve e dolce, ed era incentrata sul ‘racconto’. Comprendeva quattro diversi scrittori, James Lee Burke, che ha appena pubblicato una raccolta di racconti, Jesus out to the sea; Ron Carlson, Clair Davies e Rick deMarinis. Gli scrittori hanno risposto a domande sul perché la forma ‘racconto’ continui ad essere diffusa, nonostante la maggior parte degli editori attualmente pubblichi solo romanzi. Burke e Davis hanno sottolineato che scrivere una storia è come comporre un pezzo musicale, qualcosa di piccolo e breve, diversamente dal grande impianto di un romanzo. Da questo punto di vista il racconto è una forma originaria, molto preziosa e quasi immortale. Dal canto suo deMarinas ha invece suggerito l’impressione che la televisione oggi, in molti modi, ha preso il posto dei ‘racconti’, annullandone la presa sul pubblico e sugli editori. Sul possibile decadimento del racconto, Burke ha poi ricordato che nel passato F.S. Fitgerald e Hemingway si mantenevano con le short stories, cosa che non è possibile fare oggi.

Entrando invece sul rapporto profondo tra scrittore e senso del racconto, sempre JLBurke ha ricordato che ‘uno scrittore’, come ha sentenziato George Orwell, ‘spesso scrive per correggere la storia’. Lo scrittore, ha detto Jim, ha una necessità bruciante di re-impostare il passato, di farlo funzionare meglio e questo avviene in modo più diretto nella short story. Tutti gli scrittori del panel hanno sottolineato l’importanza del processo di riscrittura del passato. Burke e deMarinas hanno concluso così: ‘riscrivere è tutto. Così la storia ricomincia..”. Grazie Caroline…

 Concluso la Bookfest di Missoula, ecco (come avevamo promesso) un report della presenza di Jim. Ce lo invia la gentilissima Kim Anderson (thank you KIM, you are wonderful…..), una delle reponsabili di Humanities Montana, l’ente per il sostegno delle arti dell’Università del Montana: “Il festival è terminato sabato notte. James Lee Burke è un amico fantastico per tutti noi del Montana Festival of Book, ed è nostro ospite fin dall’anno della sua prima edizione, il 2000. Quest’anno ha partecipato al panel di  sabato 15, al pomeriggio, al Wilma Theatre. L’argomento della conversazione era “il racconto”, la short story. Mentre molti lettori non associano Burke a questa forma, in realtà lui è un vero maestro del genere e la sua recente raccolta Jesus out to the sea lo dimostra. Gli altri scrittori che partecipavano al dialogo erano Claire Davis, Rick DeMarinis e Ron Carlson. Sabato sera, poi, Jim è stato il l’autore che ha concluso il GalaReaders, iniziato alle 19.30 e proseguito sino a notte. Un must per i 500 presenti. Jim ha letto proprio il racconto Jesus out to the sea, una piece poderosa, di fronte a una platea assolutamente affascinata. Standing ovation finale. Una serata meravigliosa”. Non si stenta a credergli……………

   Nato a Houston (Texas), il 5 dicembre del 1936, James Lee Burke è uno degli scrittori più noti e apprezzati degli Stati Uniti. Nato e cresciuto durante gli anni della grande depressione, seguita al crollo di Wall Street, la stessa descritta impietosamente da John Steinbeck, “Jim” Burke era figlio di un ingegnere che lavorava in Louisiana nel settore delle condutture petrolifere e del gas. Ha frequentato la Southwestern Louisiana Institute e si è laureato in scrittura creativa all’università del Missouri. Il suo primo impiego, però, l’ha ottenuto nella stessa grande azienda in cui lavorava suo padre (scomparso nel 1954), vale a dire la Houston Pipeline. Qui, lavorando sugli oleodotti texani, ha scritto il suo primo libro, Half of Paradise e si è sposato, prima di ottenere un incarico come insegnante alla Southwestern University nel 1960. La vita “professionale” di Jim in questo periodo è molto.. varia. Si trasferisce in Colorado a lavorare come custode di tenute agrarie, poi si sposta a Los Angeles, nel famigerato Skid Row (il quartiere più violento di South Central). Qui lavora come assistente sociale (“l’esperienza che più mi ha insegnato a vivere”) mentre contemporaneamente sua moglie Pearl insegna alla Manual Arts High School, che a quel tempo era definita “la peggior scuola d’America”. Lasciata la California, i signori Burke continuano il loro peregrinare e Jim prende un incarico come insegnante presso il Servizio Forestale: finisce a insegnare nei posti più sperduti degli Stati Uniti, tra cui presso le comunità disperse nelle Cumberland mountains del Kentucky, dove la gente vive “in uno stato primitivo”, senza luce e acqua corrente e vestendosi con “sacchi adattati come fossero vestiti”. Proprio in quel momento gli giunge una proposta di insegnamento all’Università del Montana.  E’ il 1966 e la vita di Jim e Pearl inizia ad assestarsi mentre la carriera di scrittore ancora non decolla: “uno dei miei libri, The lost get back boogie, viene rifiutato da 111 editori nell’arco di nove anni”. Le cose cambiano, d’improvviso, con Black cherry blues, che nel 90 si aggiudica l’ambitissimo Edgar Award, il più importante premio mondiale dedicato al “mystery”, definizione ambigua che comunque identifica il romanzo giallo-thriller (e anche questa è una definizione ambigua…).  Da quel punto la carriera di Jim (che intanto ha festeggiato i 54 anni) è esplosiva: rivince l’Edgar nel 98 con Cimarron rose e altri premi letterari con Sunset limited, Purple Cane Road, Jolie Blon Bounce e Pegasus Descending. La sua migliore creazione, Dave Robicheaux, detective fallito che vive sul bajou, diviene un classico della letteratura contemporanea, solo per convenzione rinchiuso nel recinto della definizione “giallo”, mentre il suo secondo personaggio, Billy Bob Holland, pur avendo meno successo – e forse riuscendo meno “completo” di Robicheaux – si ritaglia comunque una fetta di attenzione tra i lettori dei cinque continenti. Il successo di Jim e dei suoi libri si consolida anche attraverso l’attenzione del cinema, che porta in scena Heaven’s prisoners (con Alec Baldwin e Kelly Lynch), Two for Texas (un film per la tv con Kris Kristofferson nella parte di Hugh Allison) e In the electric mist with the confederate dead (in lavorazione, con la regia di Bernard Tavernier e Tommy Lee Jones nei panni di Dave Robicheaux).

 Dal 13 al 15 settembre a Missoula – Montana – si tiene il “Montana festival of the book”. Da un certo punto di vista è un po’ come il festival della letteratura di Mantova, con un esercito di scrittori che si alterna a raccontare di se e dei propri libri, che legge propri brani, che si concede alla platea. Quel “da un certo punto di vista” dipende da alcuni fattori. Primo, Missoula non è Mantova (e la foto lo testimonia; a Mantova c’è l’arte e la storia, a Missoula c’è la natura). Secondo, a Missoula ci andrà anche il nostro amico “Jim” Burke a raccontare degli ultimi titoli appena usciti negli Usa e ancora inediti in Italia, vale a dire Jesus out to sea e The tin roof blowdown.

Peccato non esserci, sarebbe stato proprio interessante sentire da lui la nascita e lo sviluppo di questi due titoli. In ogni caso siamo in contatto con gli organizzatori del bookfest (tutte le informazioni al sito: http://www.bookfest-mt.org/schedule.htm) e ci hanno assicurato un qualche tipo di report dopo la chiaccherata con Jim.

  

Ecco l’elenco completo delle opere di James Lee Burke. Non tutte sono edite in Italia. E non tutte hanno Dave Robicheaux come protagonista. L’anno si riferisce all’edizione originale. Il titolo in grassetto all’edizione italiana e – dove inedito nel nostro Paese – all’originale. 1965, Half of Paradise (inedito in Italia)
1970
, To the Bright and Shining Sun (inedito in Italia):
nella foto la cover della prima edizione

1971, Lay Down My Sword and Shield (inedito in Italia)
1982, Two for Texas
(Two for Texas), Meridiano Zero.
1985, The Convict and other stories (inedito in Italia)
1986, The Lost Get-Back Boogie (inedito in Italia)
1986,
Pioggia al neon (The Neon Rain), Baldini & Castoldi, con Dave Robicheaux
1988
Prigionieri del cielo (Heaven’s Prisoners), Baldini & Castoldi, con Dave Robicheaux
1989, Black Cherry Blues (Black Cherry Blues), Gialli Mondadori, con Dave Robicheaux
1990, Autunno caldo a New Orleans (A Morning for Flamingos), Gialli Mondadori, con Dave Robicheaux  
1992, Piccola notte Cajun (A Stained White Radiance), Gialli Mondadori, con Dave Robicheaux
1993, L’occhio del ciclone (In the Electric Mist with the Confederate Dead), Gialli Mondadori, con Dave Robicheaux
1994, Rabbia a New Orleans (Dixie City Jam), Baldini & Castoldi, con Dave Robicheaux
1995, L’angelo in fiamme (Burning Angel), Baldini & Castoldi, con Dave Robicheaux
1996, La palude dell’odio (Cadillac Jukebox ), Gialli Mondadori, con Dave Robicheaux
1997, Terra violenta (Cimarron Rose), Gialli Mondadori, con Billy Bob Holland
1998, Sunset Limited (Sunset Limited), Meridiano Zero, con Dave Robicheaux
1999, Heartwood, con Billy Bob Holland (inedito in Italia)
2000, Il mio nome è Mae Robicheaux (Purple Cane Road), Gialli Mondadori, con Dave Robicheaux
 
2001, Bitterroot, con Billy Bob Holland (inedito in Italia)
2002, La ballata di Jolie Blon (Jolie Blon’s Bounce), Meridiano Zero, con Dave Robicheaux
2002, White Doves at Morning (inedito in Italia)
2003, Ultima corsa per Elysian fields (Last car to Elysian Fields),  Meridiano Zero, con Dave Robicheaux
2004, In the Moon of Red Ponies, con Billy Bob Holland (inedito in Italia)
2006, Ti ricordi di Ida Durbin (Pegasus descending), Meridiano Zero, con Dave Robicheaux
2007, Jesus Out to sea (inedito in Italia)
2007, The tin roof blowdown, con Dave Robicheaux (inedito in Italia
)
in Italia)